E’ successo lo scorso anno, lo racconta Today nella sezione notizie bizzarre: un bimbo chiede al nonno il videogioco Minecraft per Natale e viene frainteso. Il nonno, innocentemente ha interpretato il complesso vocabolo e l’ha ricondotto al Mein Kampf di Adolf Hitler; compra il libro, stranito dalla richiesta del bimbo (ma figurati, per il nipotino un nonno farebbe questo ed altro), lo incarta e lo mette sotto l’albero di Natale. E’ in situazioni come queste che capisci l’importanza del gioco “il telefono senza filo”. Non è mica il wi-fi, è invece un gioco che alla lunga insegna a chiedere di ripetere se non si capisce bene qualcosa!
Il bimbo chiede Minecraft per Natale ma riceve una copia del libro di Adolf Hitler
Qualcosa è sicuramente andato storto nel momento in cui il piccolo ha chiesto al nonno “Minecraft” un videogioco che i bimbi adorano, e anche i meno bimbi. Il nonno però non aveva idea di cosa fosse il videogioco Minecraft, ebbene l’unica cosa che ha capito è stata Mein Kampf. Immaginate un bimbo che chiede “Nonno, nonno, voglio mein kampf per Natale!”.
Il nonno innocentemente ha assecondato la volontà del piccolo che faceva tante storie per ‘sto Minecraft! Così, sotto l’albero c’è finito proprio il libro di Adolf Hitler Mein Kampf.
Lo scarto dei regali la mattina di Natale ripreso dal papà
Il padre del bimbo Yann Stotz ha ripreso la scena la mattina di Natale in un video pubblicato sulle Stories di Instagram: il bimbo su di giri per lo scarto dei regali, e poi un momento di generale perplessità.
Nel video – poi rimosso – è stato possibile notare lo stupore di nonno e nipote, che si sono guardati come a dire “Ma che hai capito nonno?” “No, tu piuttosto cosa mi hai detto!”. Svelato l’arcano si sono fatti tutti una grossa risata.
Il piccolo aveva chiesto per regalo il noto videogioco, ma il nonno ha frainteso il nome, così sotto l’albero c’è finita una copia del libro di Adolf Hitler
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Video divertente rimosso dal papà del bimbo
L’imbarazzo del nonno era genuino, eppure c’è chi ha criticato con serietà e senza sconti l’accaduto. “Non è possibile” – dice il padre Yann Stotz – ” Ho pubblicato il video nelle stories su Instagram, qualcuno lo ha condiviso senza consultarmi. Il problema è che è stato preso sul serio e la mia famiglia ora passa per qualcosa che non è”. Gli Stotz non sono nazisti, è solo che hanno giocato poco al telefono senza filo da piccoli, e non hanno imparato a capirsi meglio tra loro!
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